Premio letterario femminile plurale Allumiere 2023
Candidato Premio Strega 2023
Candidato Premio Strega 2023
Ogni punto di partenza ha bisogno di un ritorno. Per riconciliarsi con il mondo, dopo una storia d'amore finita, Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica.
È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore', come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c'è Nanà, ultima custode di casa, novant'anni portati con tenacia. Levì, l'altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta.
Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l'una dell'altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l'anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo.
Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole.
Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.
È lì per rifugiarsi nel respiro lungo della sua infanzia, negli odori familiari di bosco e legna che arde, dipanare le matasse dei giorni e ricucirsi alla sua terra: ‘fare la muta al cuore', come scrive nelle lettere al figlio. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c'è Nanà, ultima custode di casa, novant'anni portati con tenacia. Levì, l'altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta.
Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l'una dell'altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l'anziana si confida senza riserva, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo, e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri ricuciti, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo.
Una biblioteca di esistenze, di linguaggi, gesti e voci, dove ogni personaggio è sentimento, un modo di amare. Fotografie, lettere, oggetti che sanno raccontare e cantare il tempo: di guerra e povertà, amori coltivati in silenzio, regole e speranza, fatica e fantasia. Un testamento corale che illumina le ombre e le rimette in equilibrio. La bellezza intensa che respira oltre la vita e rimane in attesa di parole.
Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa.
Valeria Tron è nata in Val Germanasca (una delle vallate occitane del Piemonte), dove vive per buona parte dell’anno. Cantautrice, è stata finalista al Premio Tenco. È illustratrice, mediatrice culturale e artigiana del legno.
Considerata la “voce” della Val Germanasca è cantautrice, mettendo in versi messaggi nuovi, contemporanei e facendolo con musica nuova e con la lingua antica, il suo patouà, coniugando la tradizione della sua gente con la realtà quotidiana che lei vive. Storie di persone, di valli, di natura, di lavoro. Un repertorio complesso interpretato con una voce potente, con la forza di una giovane donna, la forza di un popolo, la forza di una tradizione alpina.
Per Salani firma nel 2022 lo straordinario, dirompente quanto delicato L'equilibrio delle lucciole. In anteprima per la Svizzera italiana, si presenterà anche il nuovo romanzo, Pietra Dolce (Salani, 2024)
Mariarosa Mancuso Critica cinematografica, ha studiato filosofia e ha cominciato a occuparsi di cinema per le radio della svizzera italiana. Lavora per Il Foglio sin dai primi numeri. Ha raccolto le recensioni di un anno di lavoro in un libro del Foglio che ha preso il nome dalla rubrica del sito, Nuovo cinema Mancuso.
Ha scritto saggi su Karen Blixen, Edith Wharton, Norman Douglas, Edmund Gosse, David Garnett, usciti nella rivista “Il piccolo Hans”, e si è occupata in particolare del romanzo contemporaneo. Ha dedicato un saggio ai war film della Seconda guerra mondiale e per i “Classici” Feltrinelli ha tradotto e curato i Racconti di Poe (1998). Nel 2010 Rizzoli ha aggiornato e ristampato Nuovo cinema Mancuso, con la partecipazione di Giuliano Ferrara e Aldo Grasso.
È stata co-conduttrice (assieme a Damiano Realini) di Turné e Turné Soirée in onda sulla RSI
Considerata la “voce” della Val Germanasca è cantautrice, mettendo in versi messaggi nuovi, contemporanei e facendolo con musica nuova e con la lingua antica, il suo patouà, coniugando la tradizione della sua gente con la realtà quotidiana che lei vive. Storie di persone, di valli, di natura, di lavoro. Un repertorio complesso interpretato con una voce potente, con la forza di una giovane donna, la forza di un popolo, la forza di una tradizione alpina.
Per Salani firma nel 2022 lo straordinario, dirompente quanto delicato L'equilibrio delle lucciole. In anteprima per la Svizzera italiana, si presenterà anche il nuovo romanzo, Pietra Dolce (Salani, 2024)
Mariarosa Mancuso Critica cinematografica, ha studiato filosofia e ha cominciato a occuparsi di cinema per le radio della svizzera italiana. Lavora per Il Foglio sin dai primi numeri. Ha raccolto le recensioni di un anno di lavoro in un libro del Foglio che ha preso il nome dalla rubrica del sito, Nuovo cinema Mancuso.
Ha scritto saggi su Karen Blixen, Edith Wharton, Norman Douglas, Edmund Gosse, David Garnett, usciti nella rivista “Il piccolo Hans”, e si è occupata in particolare del romanzo contemporaneo. Ha dedicato un saggio ai war film della Seconda guerra mondiale e per i “Classici” Feltrinelli ha tradotto e curato i Racconti di Poe (1998). Nel 2010 Rizzoli ha aggiornato e ristampato Nuovo cinema Mancuso, con la partecipazione di Giuliano Ferrara e Aldo Grasso.
È stata co-conduttrice (assieme a Damiano Realini) di Turné e Turné Soirée in onda sulla RSI