Il ritorno, dopo 17 anni di silenzio, del poeta Leopoldo Lonati.
Da dove giunge la poesia di queste quartine?
Possiamo certo tenere conto dei riferimenti biblici, delle inevitabili reminiscenze di altri poeti, delle epigrafi scelte dall’autore dalle quali si potrebbe risalire almeno a una parte dei suoi riferimenti filosofici, ma la caccia alle fonti non sarebbe di grande aiuto per rispondere a questa domanda. Considererei più attentamente la presenza frequente di dispositivi fonetici – rimici, allitterativi, anagrammatici – che ci inducono a pensare che buona parte del fascino di questi versi emani dalle profondità della lingua, dove giocosamente e non senza humour le parole convocano altre parole. Credo però che la vera risposta non sia diversa da quella che le quartine stesse danno alla domanda sulla genesi della poesia e che Discorso senza un alito di vento sia il frutto, nuovo e originale, di una pura e felice ispirazione». (Dalle note di lettura di Renato Giovannoli)
Leopoldo Lonati Leopoldo Lonati (1960), è originario di Castelnuovo Bozzente (Como). Vive nella Svizzera italiana dal 1961. Ha insegnato educazione religiosa nella scuola media e nella scuola speciale; ha pure lavorato per Caritas e per i missionari di Betlemme di Immensee, occupandosi di formazione e di sensibilizzazione ai problemi dei paesi in via di sviluppo.
Ha pubblicato: Res Rem Rien in sessanta esemplari con dieci incisioni di Samuele Gabai (Hic et Nunc – Giorgio Upiglio, Vacallo-Milano 1996) ; Griselle (Edizioni Leggere, Chiasso 1998); Le parole che so (Edizioni Leggere, Chiasso 2005 - menzione speciale al premio Schiller 2006); Nomi no in trenta esemplari con segni di Flavia Zanetti (Edizioni Pulcino Elefante 6276, Osnago 2005); Ornamento dell’Oro (I) dieci poesie in Viola n. 6, rivista a cura di Dubravko Pušek (Laghi di Plitvice, Lugano 2009); Ornamento dell’Oro (II) 11 poesie in Viceversa. Annuario di poesia svizzera, Casagrande, Bellinzona, maggio 2010 (con le traduzioni tedesca e francese); Le mots que je sais / Le parole che so - traduit de l’italien par Mathilde Vischer et Pierre Lepori (Éditions d’en bas,Lausanne 2014); Notes intimes / Oltre, versione di 10 frammenti di Marie Noël – in trentacinque esemplari con 5 acquetinte di Samuele Gabai, Hic et Nunc Q.’22, Vacallo 2022) Discorso senza un alito di vento, edizioni Casagrande, Bellinzona 2022)
Lou Lepori, è laureato in lettere all’università di Siena e dottore in storia del teatro all’università di Berna; da venticinque anni è giornalista culturale per la Rete Due (RSI) e svolge mentoring di scrittura presso la Scuola delle Arti di Berna (HKB). Saggista e traduttore di poesia (Roud, Laederach, Lonati, Penna, Vischer), ha fondato e diretto il semestrale queer Hétérographe (2009-13). Ha pubblicato raccolte di poesia (Qualunque sia il nome, Premio Schiller 2004 ; Quasi amore, 2018), saggi e romanzi (Grisù, Sessualità, Come cani, Effetto notte) che ha tradotto in francese. Come regista teatrale ha firmato quattro spettacoli (Sans peau, 2015; Les Zoocrates, 2017; Klaus Nomi Projekt, 2018-20; Le Voyageur insomniaque, 2022). Nel 2023 pubblica il saggio Philippe Rahmy, le voyageur de cristal (Double Ligne) e il romanzo La città dolce (Effigie).
Da dove giunge la poesia di queste quartine?
Possiamo certo tenere conto dei riferimenti biblici, delle inevitabili reminiscenze di altri poeti, delle epigrafi scelte dall’autore dalle quali si potrebbe risalire almeno a una parte dei suoi riferimenti filosofici, ma la caccia alle fonti non sarebbe di grande aiuto per rispondere a questa domanda. Considererei più attentamente la presenza frequente di dispositivi fonetici – rimici, allitterativi, anagrammatici – che ci inducono a pensare che buona parte del fascino di questi versi emani dalle profondità della lingua, dove giocosamente e non senza humour le parole convocano altre parole. Credo però che la vera risposta non sia diversa da quella che le quartine stesse danno alla domanda sulla genesi della poesia e che Discorso senza un alito di vento sia il frutto, nuovo e originale, di una pura e felice ispirazione». (Dalle note di lettura di Renato Giovannoli)
Leopoldo Lonati Leopoldo Lonati (1960), è originario di Castelnuovo Bozzente (Como). Vive nella Svizzera italiana dal 1961. Ha insegnato educazione religiosa nella scuola media e nella scuola speciale; ha pure lavorato per Caritas e per i missionari di Betlemme di Immensee, occupandosi di formazione e di sensibilizzazione ai problemi dei paesi in via di sviluppo.
Ha pubblicato: Res Rem Rien in sessanta esemplari con dieci incisioni di Samuele Gabai (Hic et Nunc – Giorgio Upiglio, Vacallo-Milano 1996) ; Griselle (Edizioni Leggere, Chiasso 1998); Le parole che so (Edizioni Leggere, Chiasso 2005 - menzione speciale al premio Schiller 2006); Nomi no in trenta esemplari con segni di Flavia Zanetti (Edizioni Pulcino Elefante 6276, Osnago 2005); Ornamento dell’Oro (I) dieci poesie in Viola n. 6, rivista a cura di Dubravko Pušek (Laghi di Plitvice, Lugano 2009); Ornamento dell’Oro (II) 11 poesie in Viceversa. Annuario di poesia svizzera, Casagrande, Bellinzona, maggio 2010 (con le traduzioni tedesca e francese); Le mots que je sais / Le parole che so - traduit de l’italien par Mathilde Vischer et Pierre Lepori (Éditions d’en bas,Lausanne 2014); Notes intimes / Oltre, versione di 10 frammenti di Marie Noël – in trentacinque esemplari con 5 acquetinte di Samuele Gabai, Hic et Nunc Q.’22, Vacallo 2022) Discorso senza un alito di vento, edizioni Casagrande, Bellinzona 2022)
Lou Lepori, è laureato in lettere all’università di Siena e dottore in storia del teatro all’università di Berna; da venticinque anni è giornalista culturale per la Rete Due (RSI) e svolge mentoring di scrittura presso la Scuola delle Arti di Berna (HKB). Saggista e traduttore di poesia (Roud, Laederach, Lonati, Penna, Vischer), ha fondato e diretto il semestrale queer Hétérographe (2009-13). Ha pubblicato raccolte di poesia (Qualunque sia il nome, Premio Schiller 2004 ; Quasi amore, 2018), saggi e romanzi (Grisù, Sessualità, Come cani, Effetto notte) che ha tradotto in francese. Come regista teatrale ha firmato quattro spettacoli (Sans peau, 2015; Les Zoocrates, 2017; Klaus Nomi Projekt, 2018-20; Le Voyageur insomniaque, 2022). Nel 2023 pubblica il saggio Philippe Rahmy, le voyageur de cristal (Double Ligne) e il romanzo La città dolce (Effigie).