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evento in collaborazione
SPAZIOBIANCO incontro con Maria Grazia Calandrone in dialogo con Jordi Valentini e Mattia Bettoni |
Lo SPAZIOBIANCO è lo spazio del foglio che è attorno alla poesia, il non detto, ciò che è ancora da dire, che va scoperto o che deve restare celato: è ciò che non è ancora contenuto dalla pagina o è da leggersi tra le righe. Uno spazio aperto, abitabile, in divenire. SPAZIOBIANCO è la rassegna di poesia curata da Jordi Valentini e Mattia Bettoni: ospiterà sia poeti contemporanei viventi che poetiche a noi più lontane (per tempo o per cultura di provenienza).
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Maria Grazia Calandrone è tra le poete più importanti d’Italia ed è tradotta in tutto il mondo. Scrive con l’energia del reale, delle frizioni, degli strati solidi dell’esistenza. La sua scrittura indaga il male, scopre il bene, avanza con testardaggine. La poesia è lo strumento per scavare la terra, la visione, è quel gesto che accarezza i drammi umani, le ossessioni, e s’addentra nelle singole vite accogliendole, rimandandocele.
La parola poesia intimorisce: si crede -erroneamente- di non poter capire, di avere di fronte un linguaggio complesso, intraducibile, incomprensibile. Non così per Maria Grazia Calandrone che se da un lato certamente non spreca le parole abbassandole al nonsense della comunicazione di massa, dall’altro arriva diritta al cuore delle persone. Poesia come impegno civile, come arma da scasso contro la cecità. Per vedere bisogna capire e Maria Grazia Calandrone crede così fortemente nel senso etico della parola che si spinge aldilà della poesia.
Una costante nell’opera poetica di Maria Grazia Calandrone è proprio l’attenzione per le vicende umane, siano esse i grandi eventi storici e sociali (dalla guerra di trincea ai disastri di Hiroshima, dagli eccidi di Guernica, Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, alla cronaca della Thyssen) o i piccoli e grandi drammi delle singole esistenze.
Vicende raccontate attraverso l’identificazione che, come l’autrice afferma, ha il «duplice senso di “individuare” (identificare un individuo) e di “diventare” (sentire i sentimenti di un altro): il sentimento della compassione, che oggi piace chiamare empatia, non viene messo in moto dai grandi numeri: è necessario osservare, avvicinarsi al dramma di una singola esistenza, affinché ricordiamo che ognuno di quei numeri è un particolare e reale e concreto essere umano: con i suoi oggetti, il suo odore, i suoi affetti, le sue malinconie, la sua memoria, i suoi lampi di gioia e le sue certezze. Il poeta è “utile” a individuare e riconoscere il singolo nei grandi numeri».
La parola poesia intimorisce: si crede -erroneamente- di non poter capire, di avere di fronte un linguaggio complesso, intraducibile, incomprensibile. Non così per Maria Grazia Calandrone che se da un lato certamente non spreca le parole abbassandole al nonsense della comunicazione di massa, dall’altro arriva diritta al cuore delle persone. Poesia come impegno civile, come arma da scasso contro la cecità. Per vedere bisogna capire e Maria Grazia Calandrone crede così fortemente nel senso etico della parola che si spinge aldilà della poesia.
Una costante nell’opera poetica di Maria Grazia Calandrone è proprio l’attenzione per le vicende umane, siano esse i grandi eventi storici e sociali (dalla guerra di trincea ai disastri di Hiroshima, dagli eccidi di Guernica, Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema, alla cronaca della Thyssen) o i piccoli e grandi drammi delle singole esistenze.
Vicende raccontate attraverso l’identificazione che, come l’autrice afferma, ha il «duplice senso di “individuare” (identificare un individuo) e di “diventare” (sentire i sentimenti di un altro): il sentimento della compassione, che oggi piace chiamare empatia, non viene messo in moto dai grandi numeri: è necessario osservare, avvicinarsi al dramma di una singola esistenza, affinché ricordiamo che ognuno di quei numeri è un particolare e reale e concreto essere umano: con i suoi oggetti, il suo odore, i suoi affetti, le sue malinconie, la sua memoria, i suoi lampi di gioia e le sue certezze. Il poeta è “utile” a individuare e riconoscere il singolo nei grandi numeri».
da Giardino della gioia
Mondadori, 2019, collana Lo Specchio seduta sulla pietra canto la pietra le scimmie e le lamine d’osso del cranio che si staccano come continenti canto il vento sottile che non sentiamo e spira nella distanza tra le stelle canto il nostro stendardo che schioccava nel vivo della menta romana canto il letto di foglie e il guscio candido della ninfea e canto l’oro crudo dei tuoi occhi semplici e trasparenti come un sì |
Maria Grazia CALANDRONE (Milano, 1964, vive a Roma): poetessa, drammaturga, performer, organizzatrice culturale, autrice e conduttrice di programmi culturali per Radio 3, scrive per il quotidiano “il manifesto”, cura la rubrica di inediti “Cantiere Poesia” per il mensile internazionale “Poesia”, collabora con il quadrimestrale di cinema "Rifrazioni" e con la rivista di arte e psicoanalisi "Il corpo" e codirige la collana di poesia "i domani" per Aragno Editore. Sta lavorando a "Ti chiamavo col pianto", libro-inchiesta sulle vittime della giustizia minorile in Italia.
Libri: Pietra di paragone (Tracce, 1998 – edizione-premio Nuove Scrittrici 1997), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente(Atelier, 2005) La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), L'infinito mélo, pseudoromanzo conVivavox, cd di sue letture dei propri testi (luca sossella, 2011) e La vita chiara (transeuropa, 2011); Serie fossile (Crocetti, 2015) , Il bene morale (Crocetti, 2017) ed è inclussa nell'antologia Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Nel 2019 esce nella storica collana Lo Speccio della Mondadori Giardino della gioia.
Jordi VALENTINI è nato a Lugano nel 1994. Nel 2018 ha ottenuto la laurea magistrale in «Letteratura e filologia italiane» presso l’Università di Friburgo, discutendo una tesi dal titolo “«Questa morte che non ha luogo». Commento a Tema dell’addio di Milo De Angelis”. Per il Dipartimento di Italiano nell'ateneo friburghese, ha contribuito alla realizzazione di conferenze, letture, spettacoli teatrali ed altri eventi culturali. Si interessa principalmente di poesia contemporanea e di letterature comparate, con particolare attenzione alla poesia italiana e spagnola del Novecento. Attualmente è redattore della rivista «Cenobio».
Mattia BETTONI è nato a Lugano nel 1995. Si laurea nel luglio del 2018 in Letteratura e filologia italiane presso l’Università degli studi di Friburgo dove è stato per due anni presidente del Comitato degli studenti di Italiano occupandosi dell’organizzazione di diversi eventi letterari. Al momento frequenta il Master in Lingua, Letteratura e Civiltà italiane presso l’Università della Svizzera italiana e dirige, assieme a Jordi Valentini, la rassegna di poesia contemporanea della Casa della Letteratura per la Svizzera italiana chiamata SPAZIOBIANCO
Libri: Pietra di paragone (Tracce, 1998 – edizione-premio Nuove Scrittrici 1997), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente(Atelier, 2005) La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), L'infinito mélo, pseudoromanzo conVivavox, cd di sue letture dei propri testi (luca sossella, 2011) e La vita chiara (transeuropa, 2011); Serie fossile (Crocetti, 2015) , Il bene morale (Crocetti, 2017) ed è inclussa nell'antologia Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Nel 2019 esce nella storica collana Lo Speccio della Mondadori Giardino della gioia.
Jordi VALENTINI è nato a Lugano nel 1994. Nel 2018 ha ottenuto la laurea magistrale in «Letteratura e filologia italiane» presso l’Università di Friburgo, discutendo una tesi dal titolo “«Questa morte che non ha luogo». Commento a Tema dell’addio di Milo De Angelis”. Per il Dipartimento di Italiano nell'ateneo friburghese, ha contribuito alla realizzazione di conferenze, letture, spettacoli teatrali ed altri eventi culturali. Si interessa principalmente di poesia contemporanea e di letterature comparate, con particolare attenzione alla poesia italiana e spagnola del Novecento. Attualmente è redattore della rivista «Cenobio».
Mattia BETTONI è nato a Lugano nel 1995. Si laurea nel luglio del 2018 in Letteratura e filologia italiane presso l’Università degli studi di Friburgo dove è stato per due anni presidente del Comitato degli studenti di Italiano occupandosi dell’organizzazione di diversi eventi letterari. Al momento frequenta il Master in Lingua, Letteratura e Civiltà italiane presso l’Università della Svizzera italiana e dirige, assieme a Jordi Valentini, la rassegna di poesia contemporanea della Casa della Letteratura per la Svizzera italiana chiamata SPAZIOBIANCO