Gilberto Isella esordisce nel 1989 con Le vigilie incustodite (Bellinzona, edizioni Casagrande) con la prefazione di Guido Ceronetti. Da allora, con cadenza regolare, sono decine le raccolte di poesia che vedono, negli ultimi anni, un nuovo passo accogliendo sia la scrittura per il teatro che la prosa.
Non è da dimenticare neanche la solida attività di recensore e promotore culturale dapprima sulle pagine de Il giornale del popolo ed ora per L'Osservatore.
In occasione degli 80 anni del poeta (celebrati nel 2023), la Casa della Letteratura offre al pubblico un dialogo per scoprirne lo sguardo e l'officina, la voce e la diversità di scritture di uno degli autori più significati della Svizzera italiana.
Non è da dimenticare neanche la solida attività di recensore e promotore culturale dapprima sulle pagine de Il giornale del popolo ed ora per L'Osservatore.
In occasione degli 80 anni del poeta (celebrati nel 2023), la Casa della Letteratura offre al pubblico un dialogo per scoprirne lo sguardo e l'officina, la voce e la diversità di scritture di uno degli autori più significati della Svizzera italiana.
Gilberto Isella. Nato a Lugano nel 1943, Gilberto Isella ha studiato letteratura italiana e filosofia all'Università di Ginevra. È membro di redazione della rivista “Bloc notes”, di cui è stato uno dei promotori nel 1979, vicepresidente del Centro Pen della Svizzera Italiana e animatore culturale. Collabora a diversi giornali e riviste, con articoli di critica letteraria. Si è occupato di autori del passato (da Dante all'Ariosto) e contemporanei (Piero Bigongiari, Guido Ceronetti, Jacques Dupin, ecc.). Ha curato un'antologia di scritti dell'artista Mario Marioni, Fogli vagabondi (pref. di Pietro Gibellini, Casagrande, 1994), e, in collaborazione con Tiziano Salari, la silloge poetica Armageddon e dintorni di Giovanni Ramella Bagneri (Insula, 2011).
Si è interessato anche di cinema, scrivendo sceneggiature per fiction e documentari di Adriano Kestenholz. Per il teatro ha scritto Messer Bianco vuole partire, realizzato allo Studio Teatro Foce di Lugano nel 2009 e Il giardino della vita, con musiche di J. Sanchez Verdù, andato in scena a Lugano e a Cuenca (E) nel 2017. Ha scritto inoltre l'atto unico radiofonico Faustina, per la RSI, 2020.
Ha tradotto dal francese una silloge poetica di Charles Racine (Stupore celeste, Casagrande, 2001), la raccolta Scarto di Jacques Dupin (Opera Nuova, 2011) e la raccolta Io scrivo ciò che è vivere di Bernard Vargaftig (ADV Publishing House, 2016).
Stefano Vassere è direttore delle Biblioteche cantonali e del Sistema bibliotecario ticinese. È anche docente di Teoria dei linguaggi nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.
Si è interessato anche di cinema, scrivendo sceneggiature per fiction e documentari di Adriano Kestenholz. Per il teatro ha scritto Messer Bianco vuole partire, realizzato allo Studio Teatro Foce di Lugano nel 2009 e Il giardino della vita, con musiche di J. Sanchez Verdù, andato in scena a Lugano e a Cuenca (E) nel 2017. Ha scritto inoltre l'atto unico radiofonico Faustina, per la RSI, 2020.
Ha tradotto dal francese una silloge poetica di Charles Racine (Stupore celeste, Casagrande, 2001), la raccolta Scarto di Jacques Dupin (Opera Nuova, 2011) e la raccolta Io scrivo ciò che è vivere di Bernard Vargaftig (ADV Publishing House, 2016).
Stefano Vassere è direttore delle Biblioteche cantonali e del Sistema bibliotecario ticinese. È anche docente di Teoria dei linguaggi nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano.